Franco Gabrielli: «Perché i conti della polizia tornano».
Franco Gabrielli: «Perché i conti della polizia tornano» Il capo della polizia scrive al Corriere della Sera per analizzare i dati sugli organici Franco Gabrielli: «Perché i conti della polizia tornano».
Caro direttore, con riferimento ai dati sulla Polizia di Stato pubblicati ieri dal Corriere, le vorrei dimostrare che, invece, «i conti tornano». L’organico della polizia, definito nel 1989, consisteva in circa 117.000 operatori dei ruoli ordinari e tecnici, che è stato ridotto nel 2017 dalla legge Madia a circa 106.000, determinando, dunque, un taglio di 11 mila poliziotti. E stiamo ancora parlando di numeri sulla carta, perché in realtà, a seguito della poco felice scelta del blocco del turnover del 2010, oggi siamo a poco più di 98.000 operatori in servizio, di cui 92.000 circa del ruolo ordinario.
Purtroppo non è questo il numero a cui abbiamo potuto fare riferimento nel piano di ridefinizione degli organici, perché da quel 1989 la Polizia di Stato, per disposizioni normative e scelte dell’Amministrazione, ha dato vita a nuove strutture e uffici, come il Servizio centrale di protezione con le sue articolazioni territoriali, i reparti prevenzione crimine e così via, per un totale di oltre 11.000 unità, comunque incidenti sull’originario organico virtuale.
Dunque gli organici del 1989, che potevano contare su una cifra virtuale di 117.000 poliziotti, vedono oggi una compressione, complessiva, di 22.000 unità. Con tutto ciò abbiamo dovuto «fare i conti» per ridistribuire il personale e, pertanto, le comparazioni con le tabelle del 1989 (e le conseguenti classifiche di chi sale e di chi scende) risultano viziate all’origine fino a far sembrare che i conti non tornino. Non le nego che ci sarebbe piaciuto che la stessa attenzione dimostrata ai numeri fosse stata dedicata al metodo che abbiamo utilizzato per la ridistribuzione, tenuto conto che in trent’anni sono cambiate la polizia, il Paese e le esigenze di sicurezza.
Con l’ausilio di esperti dell’Istat abbiamo ancorato la nostra analisi a dati oggettivi chiaramente correlati alla nostra complessa mission, arricchendola poi di valutazioni tecniche fatte caso per caso sulla base della nostra esperienza. E ora torniamo all’oggettività dei nostri numeri: nessuna questura vedrà decurtato il proprio personale rispetto a quello che attualmente presta servizio nei propri uffici. Cito, come esempio, quelli riportati nell’articolo.
A Genova dove oggi prestano servizio 1.193 operatori si arriverà a un organico di 1.221, con un incremento di 28 unità. A Reggio Calabria, dove lavorano 1.054 operatori, si passerà ad un organico di 1.098, con un incremento di 44 unità. Un ultimo riferimento alle specialità della Polizia di Stato.
L’iniziale ipotesi di un loro ridimensionamento, per far fronte alla compressione di cui si è detto, è attualmente sospesa, grazie a un intervento del ministro dell’Interno che ha congelato il temuto taglio, impegnandosi a reperire risorse extra organico. Se ciò, come tutti noi auspichiamo, avverrà, le risorse aggiuntive andranno a potenziare queste eccellenze dell’istituzione, così vicine alla vita quotidiana dei nostri cittadini. Questa, in realtà, è l’unica notizia «segreta», rispetto a un Piano che invece è frutto di una lunga attività avviata oltre un anno e mezzo fa con l’istituzione di un gruppo di lavoro e già partecipata alle organizzazioni sindacali.
Con l’auspicio che nel futuro, su temi così delicati per la vita del nostro Paese, la giusta attività di approfondimento e di analisi che l’informazione doverosamente svolge veda un leale e costruttivo confronto con chi questi argomenti affronta ogni giorno, portandone la responsabilità, al di là del naturale succedersi dei governi e delle maggioranze parlamentari.
fonte: Corriere della Sera
Caro direttore, con riferimento ai dati sulla Polizia di Stato pubblicati ieri dal Corriere, le vorrei dimostrare che, invece, «i conti tornano». L’organico della polizia, definito nel 1989, consisteva in circa 117.000 operatori dei ruoli ordinari e tecnici, che è stato ridotto nel 2017 dalla legge Madia a circa 106.000, determinando, dunque, un taglio di 11 mila poliziotti. E stiamo ancora parlando di numeri sulla carta, perché in realtà, a seguito della poco felice scelta del blocco del turnover del 2010, oggi siamo a poco più di 98.000 operatori in servizio, di cui 92.000 circa del ruolo ordinario.
Purtroppo non è questo il numero a cui abbiamo potuto fare riferimento nel piano di ridefinizione degli organici, perché da quel 1989 la Polizia di Stato, per disposizioni normative e scelte dell’Amministrazione, ha dato vita a nuove strutture e uffici, come il Servizio centrale di protezione con le sue articolazioni territoriali, i reparti prevenzione crimine e così via, per un totale di oltre 11.000 unità, comunque incidenti sull’originario organico virtuale.
Dunque gli organici del 1989, che potevano contare su una cifra virtuale di 117.000 poliziotti, vedono oggi una compressione, complessiva, di 22.000 unità. Con tutto ciò abbiamo dovuto «fare i conti» per ridistribuire il personale e, pertanto, le comparazioni con le tabelle del 1989 (e le conseguenti classifiche di chi sale e di chi scende) risultano viziate all’origine fino a far sembrare che i conti non tornino. Non le nego che ci sarebbe piaciuto che la stessa attenzione dimostrata ai numeri fosse stata dedicata al metodo che abbiamo utilizzato per la ridistribuzione, tenuto conto che in trent’anni sono cambiate la polizia, il Paese e le esigenze di sicurezza.
Con l’ausilio di esperti dell’Istat abbiamo ancorato la nostra analisi a dati oggettivi chiaramente correlati alla nostra complessa mission, arricchendola poi di valutazioni tecniche fatte caso per caso sulla base della nostra esperienza. E ora torniamo all’oggettività dei nostri numeri: nessuna questura vedrà decurtato il proprio personale rispetto a quello che attualmente presta servizio nei propri uffici. Cito, come esempio, quelli riportati nell’articolo.
A Genova dove oggi prestano servizio 1.193 operatori si arriverà a un organico di 1.221, con un incremento di 28 unità. A Reggio Calabria, dove lavorano 1.054 operatori, si passerà ad un organico di 1.098, con un incremento di 44 unità. Un ultimo riferimento alle specialità della Polizia di Stato.
L’iniziale ipotesi di un loro ridimensionamento, per far fronte alla compressione di cui si è detto, è attualmente sospesa, grazie a un intervento del ministro dell’Interno che ha congelato il temuto taglio, impegnandosi a reperire risorse extra organico. Se ciò, come tutti noi auspichiamo, avverrà, le risorse aggiuntive andranno a potenziare queste eccellenze dell’istituzione, così vicine alla vita quotidiana dei nostri cittadini. Questa, in realtà, è l’unica notizia «segreta», rispetto a un Piano che invece è frutto di una lunga attività avviata oltre un anno e mezzo fa con l’istituzione di un gruppo di lavoro e già partecipata alle organizzazioni sindacali.
Con l’auspicio che nel futuro, su temi così delicati per la vita del nostro Paese, la giusta attività di approfondimento e di analisi che l’informazione doverosamente svolge veda un leale e costruttivo confronto con chi questi argomenti affronta ogni giorno, portandone la responsabilità, al di là del naturale succedersi dei governi e delle maggioranze parlamentari.
fonte: Corriere della Sera
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